di Ingrid Vernice

“Queste gemme possiedono una vita dentro di loro: i loro colori parlano, raccontano ciò che le parole non riescono a dire”.

Questa citazione di George Eliot, pseudonimo della scrittrice inglese di epoca vittoriana Mary Anne Evans, racchiude il significato più intimo del gioiello.

Lo stesso che la designer e artigiana, Olivia Cazzato, originaria del leccese, vuole trasmettere con le sue creazioni interamente realizzate a mano.

Una passione la sua nata un po’ per caso ci racconta, prima con un’esperienza in un atelier di restauro subito dopo il liceo classico, dove è avvenuto il primo approccio all’arte e alle gestualità artigiane, poi continuato con la prima esperienza in un laboratorio orafo dove, tra i materiali preziosi e Olivia è definitivamente scoccata la scintilla.

Da lì tanta formazione, anche in Italia, dove ha svolto l’ultimo corso di micromosaico e smaltatura a fuoco, e la nascita del brand omonimo di gioielleria, Olivia Cazzato, con il suo studio creativo a Worms in Germania.

Con lei abbiamo parlato di Puglia, antiche tecniche di lavoro, sostenibilità e della vera essenza del gioiello.

Parlaci un po’ di te e del tuo primo approccio al settore orafo.

Ho 28 anni e da 5 ho il mio brand di gioielleria, Olivia Cazzato, un nome che in Germania suona quasi esotico e attira subito l’attenzione. Ho deciso sin da subito di far trasparire le mie origini italiane, in particolare pugliesi; mio padre, infatti, è originario del leccese, mia madre, invece, è tedesca. Il legame con la Puglia è molto stretto, ogni anno torno per far visita ai parenti e agli amici, è una parte di me che influisce molto sulle mie creazioni.

Dopo il liceo classico ho avuto l’opportunità di intraprendere uno stage in un atelier di restauro, dove ho coltivato la mia passione per l’arte e la manualità, subito dopo è arrivato il primo lavoro in un laboratorio orafo. Questo passaggio ha rappresentato la vera svolta per la mia carriera perché ho capito che sarebbe stata quella la mia strada.

Oggi ho il mio studio – laboratorio a Worms, nella regione dei vini sulla sponda occidentale del Meno, dove ricevo i clienti e le loro personalissime richieste.

Se dovessi descrivere il tuo brand quali parole useresti?

Nel mio brand si respira la mia storia, fatta di due culture differenti tra loro. L’ispirazione e gli stessi nomi delle collezioni, Foglia e Ulivo, sono un chiaro tentativo di connessione tra le differenti radici.

Amo l’idea di lavorare l’oro e metterlo in stretta correlazione con l’oro pugliese, vale a dire l’olio. Sono entrambi preziosi e ricchi di significato, richiedono duro lavoro e una grandissima dedizione.

Ho una vera predilezione per le tecniche più antiche e meno utilizzate, come la realizzazione di catene a mano. Durante il mio ultimo corso di approfondimento in Italia, a Milano, con Rebecca De Filippo ho persino riscoperto le lavorazioni del micromosaico e della smaltatura a fuoco che non vedo l’ora di mettere in pratica con le prossime collezioni.

Antichità e contemporaneità coesistono nelle mie creazioni che diventano così senza tempo e ad altissimo tasso di personalizzazione.

Quali materiali utilizzi?

Materiali tradizionali come oro, anche bianco, argento, diamanti, smeraldi pietre dure come tormalina, perle, madreperla, ma anche elementi più audaci come pietre in vetro e le preziose creazioni di Murano. Non pongo alcun limite alla creatività.

Le pietre catturano la luce e la riflettono con particolari caratteristiche che mi piace analizzare e sperimentare di volta in volta.

Il design dei miei pezzi richiama un’eleganza minimalista che racchiude l’essenza della creazione artigianale con linee timeless, anche se il termine linee non lo userei, ogni gioiello è praticamente un pezzo unico.

Molto spesso non utilizzo nemmeno gli stampi, la lavorazione viene effettuata quasi insieme al committente.

Quali sono i tuoi canali di vendita attualmente?

I miei gioielli sono disponibili in alcuni punti vendita in Germania e ovviamente nel mio studio a Worms. Mi arrivano molte richieste anche tramite social. In futuro spero di riuscire ad arrivare sul mercato italiano, partendo proprio dalla Puglia.

Cosa rappresenta un gioiello per te?

Il gioiello è la celebrazione dell’importanza delle emozioni; se penso alla mia storia personale c’è un anello, ricordo di mia nonna, a cui sono molto legata.

Creare un gioiello su richiesta significa condividere una parte della propria anima con chi lo riceve, è una connessione con la materia. Richiama solo emozioni positive, pensiamo alle occasioni in cui si regala un oggetto prezioso: matrimoni, nascite, fidanzamenti, compleanni.

È anche sostenibile, si può sempre ri-creare, ri-lavorare e ri-donare.

Molti clienti vengono con i loro cimeli di famiglia appartenuti a nonni, genitori e insieme li riportiamo ai nostri giorni, rendendoli più contemporanei.  Spesso vengono realizzati più gioielli da un unico pezzo in modo tale che ogni membro possa portarne con sé una parte. Così la storia della famiglia continua e si tramanda alle generazioni future, esattamente come i sentimenti legati a quell’oggetto e le emozioni che racchiude.

Quando un cliente ti porta il proprio gioiello ti affida una parte della propria storia e un carico emotivo sempre molto grande, più prezioso di qualunque gemma.

Photo credits: Johannes Schembs x Olivia Cazzato

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